La Storia

Storia della Fornace

La nostra sede si colloca all'interno di un'antica fornace la cui data di edificazione risale all'incirca al 1880.

La realizzazione

Fu costruita da Bortolo Zanesco, originario di Possagno, con ogni probabilità in un luogo dove preesisteva un altro impianto produttivo eretto nei primi decenni del '800.

Il nuovo impianto, che adottava un forno di tipo Hoffmann capace di garantire il ciclo continuo del fuoco e quindi standard produttivi elevati, era specializzato nella produzione di mattoni, bimattoni e blocchi e rappresentò fin dal principio un significativo esempio di industria locale che dava lavoro a oltre cinquanta operai e utilizzava le migliori tecniche di cottura e meccanizzazione delle lavorazioni con la graduale introduzione di motori dapprima a forza idraulica, poi a vapore ed infine ad energia elettrica.

Nel 1922 la Fornace fu acquistata dalla famiglia Favretto che la gestì fino al 1965.

Cessata l’attività, l’immobile divenne un deposito di materiale edile, sottoposto a un lento e inesorabile degrado.

La fornace è tornata a nuova vita nei primi anni '90 grazie alla felice intuizione della Confartigianato di Asolo che si è proposta di ridonarle, attraverso il recupero, quella centralità simbolica ed economica a lungo rivestita nel territorio.

Acquisita la proprietà dell’area immobiliare, ha indetto un concorso di idee per la progettazione del recupero, vinto dall’architetto Radames Zaramella.

La rinascita

La realizzazione dell’intervento urbanistico è stata resa possibile dalla successiva costituzione di un Consorzio pubblico-privato, compartecipato dalla Confartigianato e dalle amministrazioni comunali locali, il quale è riuscito a raccogliere il necessario cofinanziamento attingendo in più fasi a risorse regionali, nazionali e comunitarie. 

La prima fase dell'intervento si è realizza tra il 1998 ed il 1999, permettendo di ricavare circa 2000 mq di spazi dedicati ad uffici, mostre, convegni e servizi vari.

La seconda fase è iniziata nel 2003 e si è conclusa nel 2005, con l'edificazione di un nuovo immobile, integrato al corpo principale della vecchia fornace, destinato ad ospitare la Fondazione e nuovi spazi per la cultura e la formazione.

I materiali utilizzati negli interventi di restauro riprendono la tradizione costruttiva locale e rispettano l'origine vetero-industriale del manufatto.

Le parti nuove e quelle restaurate sono connesse da piani vetrati che sottolineano il legame tra vecchio e nuovo. Le scelte costruttive, come nel caso dell’imponente ciminiera, sono state effettuate cercando di modificare il meno possibile le strutture preesistenti per coniugare in modo armonico le esigenze di un restauro conservativo e quelle di un restauro interpretativo.